Il 13 aprile, all’Ospedale sant’Orsola di Bologna, è deceduto Alfeo Giacomelli, vittima della pandemia che ci affligge da oltre un anno. Dopo aver frequentato la Facoltà di Scienze politiche “Cesare Alfieri” di Firenze, Giacomelli passò alla Facoltà di Lettere di Bologna laureandosi in Storia Moderna con uno studio sul dibattito idraulico e la bonifica nei territori delle legazioni pontificie della pianura. Dall’inizio degli anni Settanta fino al momento del suo pensionamento, Giacomelli ha esercitato la sua attività di ricerca nell’Istituto di Storia della Facoltà di Lettere e in seguito nel Dipartimento di Discipline storiche, antropologiche e geografiche. L’ampiezza dei suoi interessi e il contributo storiografico consegnato a oltre 140 monografie e saggi hanno riguardato la società e l’economia di Bologna e del suo territorio (dalla rete idraulica alle vocazioni agrarie) a suggestivi e convincenti approfondimenti sui protagonisti dell’illuminismo bolognese (fra i quali spiccano, fra gli altri, le figure di Carlo Grassi, dell’arcivescovo Vincenzo Malvezzi, del maresciallo Pallavicini). Giacomelli si dichiarava debitore della lezione di Aby Warburg e della sua scuola, di Carlo Ludovico Ragghianti e di Olivetti senza tralasciare l’influenza suscitate in lui dagli studi di E. Le Roy Ladurie. I suoi studi si alimentavano attraverso un’ostinata e sistematica conoscenza delle fonti e attraverso un inesausto lavoro di scavo archivistico che negli ultimi 15 anni lo hanno portato ad approfondire le sue conoscenze sulla storia delle comunità del nostro Appennino, dall’iniziale interesse per il banditismo montano cinquecentesco, alla struttura demografica alle migrazioni e alla rete di relazioni città-montagna.
Alla moglie Ewa e ai figli le condoglianze dei Colleghi che lo conobbero. Per ogni opportuno approfondimento si rinvia a: http://alfeogiacomelli.blogspot.com