Nell’anno 1118 la famiglia Clarissimi aveva il patronato della chiesa di San Giovanni in Monte, cioè designava e manteneva un sacerdote addetto ad essa e procurava gli arredi sacri e liturgici: a quella data la famiglia cedette la chiesa a Pietro, priore della canonica di San Vittore recentemente fondata, perché vi si stabilissero sacerdoti che facevano vita canonica, cioè regolare, e svolgevano cura d'anime, cioè predicavano e amministravano i sacramenti agli abitanti dei dintorni.
Furono i canonici di S. Vittore e S. Giovanni in Monte che ricostruirono in forme romaniche la chiesa accanto a quella più antica, dietro impulso dell’abate Altichino Tebaldi, a partire dal 1286 e costruirono in muratura gli ambienti del convento, intorno al 1220.
Sostenuti dalle donazioni dei cittadini devoti, i canonici si arricchirono di terreni nella zona adiacente, su cui i coloni affittuari costruivano le loro case: la presenza del luogo di culto e del convento costituì quindi uno stimolo per il popolamento della zona, che si trovava all’esterno delle "mura di selenite", la prima cerchia medievale di Bologna.