Descrizione
Il Centro indaga i fenomeni religiosi, istituzionali o secolari, in tutte le loro ricadute sociali e culturali, a partire dal dato materiale, dall’antichità alla contemporaneità, in una prospettiva storico-antropologica comparativa, con particolare attenzione al dialogo con le scienze cognitive.
Organizza e propone sia spazi di riflessione e di approfondimento teorico, sia progetti di antropologia applicata in collaborazione con istituzioni, professionisti, società e servizi sui territori locali.
Il Centro EIDOLA propone un approccio alla storia della religione a partire dal materiale piuttosto che dai modelli, mettendo in discussione le definizioni tradizionalmente proposte che si basano sui testi tradizionali cosiddetti ‘sacri’. Il focus sono gli oggetti e le forme della loro circolazione, tema questo che è divenuto nell’ultimo decennio oggetto di crescente attenzione.
I recenti approcci della neurobiologia e dei Material Culture Studies aprono possibilità di indagine: immagini, oggetti, spazi, ma anche movimenti e danze non solo esprimono emozioni, pensieri e comportamenti, ma allo stesso tempo li costruiscono, li orientano e li condiziono. Decisivo è, in tale prospettiva, il ruolo dell’autorità e delle istituzioni, di certo quelle ufficiali ma anche quelle informali e comunitarie, senza le quali non è possibile parlare di religione e/o di fenomeni di spiritualità.
Mantenendo una forte prospettiva interdisciplinare, il Centro si confronta con le prospettive della sociologia, dell’archeologia, dell’architettura e dell’antropologia fisica. Sul tema, tra le pubblicazioni più recenti, si veda: Materiality and the Study of Religion. The Stuff of the sacred, edited by Tim Hutchings and Joanne McKenzie (Routledge, Abingdon 2017); Religion and Material Culture: Studying Religion and Religious Elements on the Basis of Objects, Architecture and Space, edited by Lisbeth Bredholt Christensen & Jesper Tae Jensen (Brepols, Turnhout 2017).
- Si considerano, pertanto, le seguenti tematiche di ricerca:
- Dimensione materiale di pratiche e riti, istituzionali e non, nel loro valore simbolico e di azione;
- Rapporti relazionali tra materialità, attitudini e credenze;
- Percezione, costruzione e utilizzo della spazialità a partire dagli aspetti materiali;
- Oggetti e luoghi delle istituzioni, delle autorità e del potere;
- Ruolo e utilizzo degli oggetti intesi come mediatori del ‘sacro’ in contesti iatromantici;
- Ruolo di oggetti magico-religiosi e d’affezione in contesti terapeutici e riabilitativi;
- Rappresentazioni mentali e narrazioni della materialità come strumenti di benessere della persona, dal punto di vista individuale e gruppale;
- 'Diaspora del sacro' e derive della dimensione religiosa in ambito affettivo, emozionale e relazionale;
- Percorsi di patrimonializzazione e rapporto con la memoria nei processi espositivi e di musealizzazione;
- Strategie discorsive e pratiche performative nella costruzione e percezione del fenomeno religioso;
- Approccio interazionale al linguaggio religioso come evento sociale nel contesto comunicativo, inferenziale oltre che intenzionale.
La finalità del Centro è prevalentemente scientifico-analitica, in stretta relazione coordinamento con la didattica e l’operatività sul campo, anche grazie alle collaborazioni con enti e società. L’intento primario è di promuovere la ricerca offrendo occasioni per il confronto e lo scambio di conoscenze e competenze su aspetti e tematiche inerenti alla materialità della religione in dialogo con i più recenti sviluppi di taglio socio-cognitivo. tematica questa che è diventata, nell’ultimo decennio, di crescente attenzione.
Componente essenziale dell’articolazione è la partnership scientifica e didattica che prevede la collaborazione istituzionale con l’École des Hautes Ètudes en Sciences Sociales di Parigi, nella persona della Direttrice di studi e ricerche Anne Monjaret e l’Unità di ricerca Religion, Cognition and Culture (RCC), Department of the Study of Religion, Aahrus University, di cui sono referenti Armin W. Geertz, Jeppe Jensen, Jesper Sørensen.
Collaborazioni scientifiche interne
Il Centro prevede collaborazioni con i Dipartimenti FICLIT, DAR, SDE, Beni Culturali di Ravenna.
Collaborazioni scientifiche esterne
Il Centro prevede altresì collaborazioni con Università e istituti, nazionali e internazionali, come l’Università di Parma (nella persona di Mario Turci, M-DEA/01), l’Università di Pisa (nella persona di Fabio Dei, M-DEA/01), la Scuola di Specializzazione in Beni Demoetnoantropologici dell’Università di Perugia (nella persona di Daniele Parbuono, M-DEA/01), l’Università Cattolica di Milano (nella persona di Silvia Mascheroni), l’Università di Roma La Sapienza (nella persona di
Matteo Aria, M-DEA/01) l’Università di Roma Tre (nella persona di Maria Chiara Giorda, MSTO/ 06) e networks operativi a livello nazionale e internazionale, come ICOM, principale network italiano di musei e professionisti museali.
Altri collaboratori
Il centro si avvarrà del contributo dei giovani studiosi Caterina Fratesi (dottoranda presso Alma Mater Studiorum Università di Bologna) e Gaetano Spampinato (post-doc in ERC Consolidator Project, Universität Bern).