Karkemish (Turchia)

Missione turco-italiana di Karkamış Höyük

Mattoni del sovrano neo-assiro Sargon, con iscrizione cuneiforme

Coordinatore/responsabile della missione

Nicolò Marchetti (DiSCi, Università di Bologna)

Ambito di ricerca e settori ERC di II livello

  • Discipline archeologiche dalla preistoria all'età medievale
  • SH6 Lo studio del passato umano: archeologia, storia e memoria (12 III livello)

Data di attivazione scavo e durata

Il progetto è attivo dal 2011, in collaborazione con le università di Istanbul e Gaziantep.

Descrizione

Gli scavi della missione turco-italiana nel sito di Karkamış Höyük (antica Karkemish) (36°49'46.36"N, 38°0'59.26"E) sono iniziati nel 2011 (Fig. 1). Il loro scopo principale è la comprensione della storia del sito attraverso la sua ininterrotta sequenza occupazionale, che si estende dal Calcolitico (V millennio a.C.) alla prima età islamica (X sec. d.C.). In particolare, le fasi più interessanti sono il Bronzo Tardo, quando Karkemish, già celebre per il suo tempio della dea Kubaba, diviene il principale centro degli Ittiti nella Siria settentrionale (tanto da essere governata dal figlio cadetto o dal fratello del sovrano ittita) e l’età del Ferro. In questa fase la città è a capo di un potente stato indipendente che viene definitivamente inglobato dall’impero neo-assiro solo alla fine dell’VIII secolo a.C (Fig. 2). Il sito è inoltre noto per la battaglia tra Nabucodonosor II di Babilonia e le truppe egiziane inviate in soccorso dell’ultima resistenza neo-assira (estate del 605 a.C.), dopo la quale i vincitori neo-babilonesi probabilmente saccheggiarono la città. Significativamente, le attività di scavo si sono concentrate proprio sull’indagine di questi livelli. La storia successiva del sito, dopo una fase di villaggio achemenide, vede una monumentale rifondazione ellenistica con il nome di Europos, proseguita in epoca romana imperiale con una occupazione tardoantica, prima di tornare allo stato di villaggio in epoca abbaside.

Karkemish si trova sulla riva destra del fiume Eufrate e si trova ad essere divisa in due a causa degli eventi storico-politici seguiti alla Prima Guerra Mondiale, il crollo dell’Impero Ottomano e la guerra di indipendenza turca (1918-1922). Le due parti principali, acropoli e città interna sono ora in territorio turco e integrate in una base militare turca, fatto che ha evitato saccheggi e scavi clandestini. La parte esterna della città, separata dal resto del sito da una impressionante fortificazione a terrapieno risalente all’inizio dell'età del Bronzo Medio, è invece suddivisa tra Turchia e Siria. Nei pressi del sito, in territorio turco è presente una cittadina moderna omonima del sito, mentre nel prospiciente territorio siriano, alla città antica si è parzialmente sovrapposta la città di Jarabulus (che deriva da Europos, il nome del sito in epoca ellenistico-romana), già esistente all’inizio del secolo scorso. Al sito si aggiunge la collina di Yunus, utilizzata quasi ininterrottamente come necropoli dalla prima età del Ferro fino ad ora.

Il sito è stato identificato come l’antica Karkemish da G. Smith nel 1876 e poi indagato per conto del British Museum in successione da P. Henderson negli anni 1878-1881, da D.G. Hogarth, R.C. Thompson e C.L. Woolley (che diresse poi con successo gli scavi di Ur e Alalakh negli anni successivi) con T.E. Lawrence come assistente (il celebre Lawrence d’Arabia), tra il 1911 e il 1914, e per un’ultima campagna nel 1920 da C.L. Woolley con P.L.O. Guy. Con l’interruzione degli scavi, il sito venne appunto integrato in una base dell’esercito turco. I militari realizzarono numerose piccole caserme e alloggi reimpiegando spesso materiali antichi (blocchi da costruzione romani e parti di sculture in basalto dell’età del Ferro) come materiali da costruzione, oltre ad occupare la casa di missione con il relativo deposito dei materiali degli archeologi inglesi. L’acropoli è la parte del sito che ha riportato più danni, a seguito di numerose costruzioni e installazioni militari. Inoltre, il sito è stato completamente minato a partire dal 1956 e sono poco prima dell’inizio dei nuovi scavi venne completato lo sminamento del sito.

Gli scavi ripresi nel 2011 sotto la direzione del prof. Nicolò Marchetti (Alma Mater Studiorum - Università di Bologna) con il prof. Hasan Peker come vicedirettore (Istanbul Universitesi) hanno il duplice obiettivo di comprendere nel dettaglio la storia urbana del sito e di realizzare un parco archeologico di pubblica fruizione che è stato aperto a partire dal luglio 2019. La musealizzazione di Karkemish comprende la creazione di sentieri e punti panoramici per i turisti (Fig. 3): il suo obiettivo è quello di rendere fruibile, in primo luogo, alla locale popolazione un sito con numerose evidenze monumentali e di rappresentare un simbolo di stabilità a poca distanza dalla Siria sconvolta dall'attuale guerra civile.

Album

Fig. 1

Pianta topografica di Karkamış Höyük

Fig. 2

Mattoni del sovrano neo-assiro Sargon II, recanti l’iscrizione cuneiforme “Palazzo di Sargon, Re del mondo, re d’Assiria”

Fig. 3

Lavori per la realizzazione del parco archeologico

Mappa

Il sito di Karkamış Höyük (antica Karkemish)