Le indagini sui resti murari
a cura di M.T. Guaitoli
Un altro settore del Complesso che è stato oggetto di un’indagine archeologica è quello del seminterrato (sede attuale del deposito librario del DiSCi e dei Laboratori della sezione di Archeologia). L’intervento ha interessato alcuni resti murari presenti, ma non ci si è potuti avvalere di dati di scavo stratigrafico (mai realizzato a causa della tempistica di rifunzionalizzazione del complesso); l’indagine dunque si è limitata ad una lettura stratigrafica dell’esistente. Le ricerche sono state eseguite sulle strutture che sono risultate essere frutto di una serie di stratificazioni edilizie - a partire "forse" dalla tarda età imperiale - inglobate via via all’interno del complesso conventuale, formatosi in seguito alle diverse acquisizioni dei terreni circostanti da parte dei Canonici Lateranensi, destinatari d’uso del sito. Le principali evidenze di resti - collocati nel settore S-W del Complesso, in corrispondenza dell’attuale via de’ Chiari - testimoniano la presenza di una successione di interventi edilizi pertinenti a diverse tipologie di edifici: un lastricato esterno (di età tardo antica?); un residuo di una muratura successiva (XI secolo?) che si presenta con corsi omogenei e laterizi di buona consistenza, ma parzialmente inglobata in un’altra costruzione. L’elemento che spicca di più è il residuo di un edificio, probabilmente riferibile ad una "casa a torre", dove l’elemento costruttivo locale più evidente è rappresentato dalla sottofondazione dell’edificio: una commistione di archi di scarico realizzati in laterizio e ciottoli di fiume, tecnica attestata ampiamente a Bologna tra la fine del XIII e gli inizi del XIV secolo, come già messo in luce nel corso di altri scavi effettuati in ambito urbano, ad esempio quelli del convento di S. Domenico fra il 1984 e il 1986. Altre tracce riconoscibili riguardano i resti di una cantina con scale di accesso al piano superiore, che ingloba in parte il lastricato esterno più antico; tutte queste costruzioni della zona sud-occidentale sono sicuramente pertinenti alla fase precedente all’acquisizione definitiva di questo settore da parte dei Canonici Lateranensi, ora rifunzionalizzato come deposito della Biblioteca e dei materiali della Sezione di Archeologia del DiSCi.
Infatti, le tracce leggibili sulle volte della struttura, insieme al reimpiego di alcuni elementi di decorazione architettonica in laterizio - di stile classicheggiante - testimoniano la costruzione di questo sistema per sostenere - contro-terra - il cortile soprastante, e quindi coevo alla sistemazione rinascimentale. Il colmamento delle strutture seminterrate, funzionale appunto alla staticità del piano superiore, non è mai stato intaccato fino al restauro attuale, e forse può essere anche stato causa delle disfunzionalità strutturali avvertite negli ultimi anni (v. Mochi-Sola).
Gli unici ambienti accessibili nel seminterrato, nella fase di maggior splendore del convento, erano quelli adibiti a cantina, attualmente ancora riconoscibili dalla presenza di cartigli che ne indicano esplicitamente la funzione, e che ora ospitano alcune aule di lezione.
La struttura c.d. "rudere" è stata rilevata sia con metodo tradizionale, che tramite l’utilizzo di un laser scanner, e attualmente è in corso la lettura mensiocronologica, che potrà fornire un datazione più specifica di ogni singola parte (v. Zoni).
Album
Piano seminterrato
Panoramica dei resti murari del cd "Rudere"
Piano seminterrato
Strutture sovrapposte a partire dal lastricato esterno, un ambiente seminterrato e le volte del convento rinascimentale
Piano seminterrato
Particolare di una porzione di arco di struttura pre-rinascimentale
Piano seminterrato
Particolare della sottofondazione mista della casa a torre, in ciottoli di fiume e laterizi
Piano seminterrato
Particolare dell'arco di scarico in laterizi della sottofondazione della casa a torre
Piano seminterrato
Rilievo della fondazione della casa a torre