Lo scavo dei cortili (il cortile monumentale e quello cd "della Palma")
a cura di R. Curina
L’area di S. Giovanni in Monte è stata da sempre in stretta connessione con il complesso di S. Stefano; già a partire dall’età romana si registrano tracce di frequentazione - pur trattandosi di spazi marginali rispetto all’impianto urbano. Solo dalla piena età imperiale si assiste ad una trasformazione che vede la costruzione di una serie di edifici pubblici conservati solo in tracce, spesso leggibili solo in negativo; la vocazione pubblica di tutta l’area è dunque ben evidente fin dall’antichità. Per quanto riguarda S. Giovanni in Monte, il problema principale è sempre stato legato alla natura e alla formazione del rilievo su cui sorge l’attuale complesso (v. Cremonini). La sua ristrutturazione, in seguito all’acquisizione da parte dell’Università di Bologna, funzionale alla locazione di alcuni Dipartimenti, ha costituito l’occasione per verificare alcune delle ipotesi che erano state fatte, e di individuare alcune importanti fasi di frequentazione.
Dopo una serie di prospezioni archeologiche effettuate tra il 1995 e il 1996 nelle due aree dei cortili principali (il Chiostro Grande e il "Cortile della Palma", esteso all’area verso vicolo Monticelli e via Castiglione nel settore S-W), che hanno raggiunto una profondità di ca. 3 metri ed oltre, si è proceduto tramite saggi nelle aree interessate.
Gli strati inferiori nello scavo di quest’ultimo settore hanno messo in luce una fase di frequentazione di età villanoviana, che si attesta al di sotto dei primi depositi del terrapieno, del quale tuttavia non sono chiari i rapporti stratigrafici che intercorrono con le tracce del rilevato messo in luce nel chiostro principale. I materiali rinvenuti ci attestano due ambiti cronologici distinti: uno di epoca repubblicana precedente o coevo al momento della costruzione del rialzo artificiale (rappresentato da ceramica a vernice nera, ceramica depurata e frammenti di anfore e laterizi), ascrivibile ad un ambito cronologico tardo-repubblicano-prima età augustea; un secondo invece, più eterogeneo (ceramica sigillata fine da mensa di produzione italica, ceramica medio-adriatica e anfore), databile alla piena età imperiale (dal pieno I secolo d.C.- all’inizio del III d.C.).
Il significato dell’operazione di rialzo del terreno è spiegabile funzionalmente da un intervento urbanistico per la costruzione di un complesso pubblico (forse di culto?), le cui vestigia indirette sono riconoscibili nei materiali reimpiegati negli edifici successivi. Un altro problema riguarda invece la spoliazione e l’utilizzo delle strutture preesistenti, sulle quali viene via via edificato il complesso attuale.
Album
Scavi del 1996
1) Saggio nel cortile cd "della Palma". 2) Saggio nel chiostro grande. Tratteggiato il complesso di S. Stefano
Blocchi di pietra recuperati nel 1947 (da Raule s.d.)
Cortile della Palma, area interessata dallo scavo
Cortile monumentale, sezioni del terrapieno
Cortile della palma, sezione est-ovest
Cortile della palma, sezione est-ovest
Cortile della palma, sezione nord-sud
Cortile della palma. Materiali ceramici
Tappi d'anfora, 1, 5-7; ceramica depurata, 2; vernice rossa interna, 4; anfore, 8-9
Cortile della palma. Materiali ceramici
Anfore, 10-11; ceramica fine da mensa, 12-14; ceramica non depurata, 15; grezza, 16